Nel mondo scientifico e accademico è da anni riconosciuta l’infondatezza e la dannosità delle cosiddette terapie riparative, eppure nel dibattito pubblico questi approcci trovano ancora spazio e sostegno: ecco perché nel 2019 continua ad essere importante parlarne.
È più che mai attuale l’argomento hate speech, soprattutto sui social network.
Ma anche la vita reale ci immerge costantemente in interazioni particolarmente aggressive, maleducate e ostili. Questo non vale solo per gli sconosciuti in situazioni come la guida, le file, i mezzi pubblici, ecc. Chiunque avrà in mente almeno una persona (familiare, collega, amica) che è solita rivolgersi agli altri con modi e toni sgarbati. E che fa passare questo atteggiamento come una manifestazione di forza.
Oltre ad essere l’arte del movimento, la danza è un’attività capace di fare bene al corpo e all’anima al punto di essere prescritta dai medici inglesi come se fosse un farmaco. Le evidenze scientifiche sono tutte favorevoli a premiare la danza per i suoi effetti positivi sull’umore, l’immagine corporea, le relazioni, il sistema cardiocircolatorio, il peso corporeo, la plasticità neuronale… Insomma, ballare favorisce un miglioramento della salute psicofisica.
Il sistema sanitario inglese ha raccolto le osservazioni dei medici di base su chi frequentava più spesso i loro studi.
La preadolescenza è una delle fasi di vita più complesse e sconvolgenti da attraversare, sia per i figli sia per i genitori. Nel periodo tra i 10 e i 13 anni il corpo si trasforma con la pubertà ed è attivato dalle pulsioni sessuali. Il rapporto con i genitori cambia a favore di una sempre maggiore autonomia. La relazione con i pari diventa fondamentale per trovare un gruppo a cui affiliarsi, sperimentare nuovi modi di esprimere se stessi e sviluppare le abilità emotive e sociali che permettono di stare bene nel gruppo.
I genitori non hanno mai vita facile, ma è soprattutto con i preadolescenti che l’attenzione tende a calare, con un generale limite dell’interesse alle prestazioni scolastiche e a eventuali comportamenti palesemente devianti. Questo va a discapito dell’ascolto più empatico nella relazione tra genitori e figli.
Scopriamo quali sono i 5 errori più comuni dei genitori con figli e figlie preadolescenti.
I buoni propositi aiutano ad attivare le energie per migliorare la qualità della vita, ma spesso si tratta di un entusiasmo che dura poche settimane, generando frustrazione e sensi di colpa. Esistono però alcune strategie per aumentare notevolmente le probabilità di realizzare i cambiamenti desiderati: scopriamo quali sono.
La consapevolezza delle emozioni è un fattore protettivo per il benessere psicologico di bambini e adolescenti. La letteratura scientifica evidenzia infatti un legame tra una scarsa consapevolezza delle emozioni e lo sviluppo di sintomi come ansia e depressione. Questo ha importanti implicazioni per i programmi di prevenzione rivolti a bambini e adolescenti sul tema delle emozioni.
Scrive Gloria (nome di fantasia): “Buongiorno. Ho una bambina di nove anni, che ho scoperto già da un paio d’anni quasi si masturba. Abbiamo affrontato il discorso insieme puntando più sul fatto dell’intimità perché precisamente non rendendosi conto lo faceva anche in piena “luce”. La cosa non si limita a questo. Da alcuni mesi controllando il tablet a lei in uso ho scoperto la ricerca di video hot, e di scene di nudo integrale. Premetto che a scuola hanno già iniziato una sorta di educazione sessuale e che la bambina sa già in gran parte come nascono i bambini. Quanto può essere normale a questa età? Come posso affrontare il discorso e spiegarle che è presto andare alla ricerca di certi stimoli? Grazie”
Quando si parla di omosessualità in psicologia o psicoterapia, spesso l’attenzione è rivolta esclusivamente all’orientamento sessuale di chi richiede un sostegno psicologico o una psicoterapia. Eppure anche l’orientamento sessuale del clinico gioca un ruolo fondamentale nella relazione terapeutica, a partire dal momento della scelta del/della professionista e lungo l’intero percorso. In questo articolo, vorrei offrire alcuni spunti di riflessione su come l’orientamento sessuale del terapeuta possa influire nel lavoro clinico con pazienti omosessuali.
Parlando di psicologia delle persone gay e lesbiche, credo sia importante andare oltre la specifica identità sessuale e il senso di appartenenza alla comunità LGBT, per approfondire la qualità delle relazioni con le persone eterosessuali. Questo articolo approfondisce il ruolo giocato dagli/dalle eterosessuali che quotidianamente dimostrano solidarietà nei confronti delle persone omosessuali e dei loro diritti. Vedremo come l’atteggiamento “gay-friendly” può rendere possibile una vera inclusione di chi si è scoperto non-eterosessuale.