La consapevolezza delle emozioni è un fattore protettivo per il benessere psicologico di bambini e adolescenti. La letteratura scientifica evidenzia infatti un legame tra una scarsa consapevolezza delle emozioni e lo sviluppo di sintomi come ansia e depressione. Questo ha importanti implicazioni per i programmi di prevenzione rivolti a bambini e adolescenti sul tema delle emozioni.
Scrive Beatrice (nome di fantasia): “Salve, sono la mamma di una ragazza diciassettenne, questa sera entrando in camera sua per chiudere il balcone ho visto sul suo computer ancora acceso immagini pornografiche che mi hanno lasciata sconvolta a dir poco. Con lei avevamo già parlato dell’argomento e a scuola trattano spesso con la psicologa argomenti sulla sessualità… Ma come si dice “le meraviglie capitano sempre in casa”. Scrivo così perché quello che ho visto non era un semplice film di pornografia, ma un video dove le donne vengono legate ecc… Immagini molto dure e squallide… Quindi credo che la semplice curiosità sia andata un po’ oltre… Con mia figlia ho un rapporto abbastanza conflittuale, non riusciamo a parlare senza scontrarci… diciamo che non siamo la perfetta famiglia del “mulino bianco”. Come devo comportarmi? Sono molto preoccupata… Grazie”
Scrive Daniele (nome di fantasia), 18 anni: “Sto vivendo l’incubo dell’esame di maturità. Incubo nel vero senso della parola, mi sono già sognato di trovarmi di fronte alla commissione e fare scena muta. Ammetto di non essere esattamente lo studente modello, i professori mi hanno sempre rimproverato di non dedicarmi abbastanza allo studio. Sinceramente non ho mai puntato a qualcosa di più della sufficienza, preferendo decisamente dedicare il mio tempo ad altro. Ora però l’ansia da maturità si fa sentire, la mole di materiale da ricordare è immensa, e non posso certo recuperare in questi giorni tutto quello che non ho fatto durante l’intero anno.
C’è qualche metodo più efficace di altri per prepararsi al meglio agli esami? Meglio se studio da solo o se mi trovo con altri compagni? E come evito di farmi prendere dal panico e fare scena muta come nel mio incubo? Grazie”.
Scrive Fabio (nome di fantasia), 47 anni: “pochi giorni fa sono entrato nella camera di mio figlio sedicenne per dirgli che la cena era in tavola. Mi sono avvicinato a lui perché con la musica a tutto volume non mi aveva notato. Appena si è accorto di me ha chiuso di colpo il suo computer e si è alzato di scatto dicendo “ci sono ci sono”. Ho solo intravisto, ma credo fosse su un sito porno. Non ne ho la certezza, perciò non mi sono sentito di digli niente.
Parlandone con mia moglie abbiamo posizioni diverse. Lei è preoccupata e immagina nostro figlio collegato tutto il tempo a siti porno, io invece sono tranquillo perché penso che a sedici anni sia normale avere questa curiosità. Cosa ne pensa la psicologa?”
Che cos’è il cyberbullismo?
Il cyberbullismo consiste in atti di derisione, diffamazione, minaccia e violenza verbale e psicologica compiuti tra adolescenti attraverso sms, e-mail, youtube, blog o social network. Il bullo ha lo scopo di insultare la vittima oppure diffonderne video o immagini imbarazzanti per umiliarla e ferirla pubblicamente. Per questo cerca di condividere lo scherno con più utenti possibili sul web. Purtroppo si tratta di un fenomeno in continua crescita. L’aumento del numero di profili social “giovani” e la possibilità di anonimato rendono complicato l’intervento da parte degli adulti e la segnalazione degli autori di tali atti denigratori.
Scrive Anna, 16 anni: “Vorrei chiedere un consiglio perché non so come gestire una situazione con i miei compagni di classe. La cosa strana è che a scuola sembra andare tutto bene. Il problema è nato da poco sul gruppo di whatsapp a cui siamo iscritti tutti. Un paio di mesi fa due mie compagne hanno iniziato a scrivere sul gruppo molte battute su un ragazzo, che è sempre stato simpatico a tutti per il suo modo autoironico di mettersi al centro dell’attenzione. Da allora tutta la mia classe ha iniziato a fare la stessa cosa, e tutte le battute, più e meno leggere, si scrivono solo sul gruppo, mentre in classe si fa finta di niente, si sorride e basta come se nulla fosse.
Sono preoccupata per questa situazione, e anche se il ragazzo in questione non si lamenta per questo atteggiamento a me sembra che si stia esagerando. Ho scritto io stessa alcune battute, ora però basta, al posto suo starei malissimo. Vorrei che tutto questo finisse, ma non so davvero cosa fare. Come devo comportarmi?”.