legame tra una scarsa consapevolezza delle emozioni e lo sviluppo di sintomi come ansia e depressione.

Essere consapevoli di ciò che si sta provando è il primo passo fondamentale per imparare a regolare le emozioni. Questa consapevolezza si sviluppa nella relazione con un adulto amorevole che si prende cura del bambino, offrendosi come modello per la regolazione delle emozioni. Attraverso l’educazione affettiva, il bambino impara a:
1) riconoscere i segnali corporei degli stati emotivi
2) comprendere la causa scatenante e le conseguenze
3) dare un nome al proprio vissuto per definirlo e condividerlo
4) trovare strategie per gestire le emozioni negative e ritrovare uno stato di calma e sicurezza.

Essere consapevoli di ciò che si sta provando è il primo passo fondamentale per imparare a regolare le emozioni
educazione affettiva
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Non sempre però la relazione con i genitori è sufficiente per educare i figli a una buona consapevolezza delle emozioni. Questo perché la capacità di un genitore di regolare le emozioni è influenzata da come egli/ella è stato/a educato/a a sua volta agli affetti. Inoltre, genitori e figli possono avere un temperamento molto diverso, e ciò rende più difficile incontrarsi per gestire le emozioni. Pensate ad esempio all’abbinamento di una mamma molto pacata e dolce con un figlio particolarmente energico e irrequieto. Stili ed esigenze così diversi rendono difficile la relazione, perché nella modalità in cui l’uno è a suo agio l’altra si sente a disagio. Ciò può portare a momenti di incomprensione, evitamento o ansia di fronte a emozioni intense.

Non sempre però la relazione con i genitori è sufficiente per educare i figli a una buona consapevolezza delle emozioni

Nell’adolescenza una bassa consapevolezza emotiva crea più problemi, perché diventano sempre più complesse sia le emozioni sia le richieste ambientali e sociali. Diventa così più difficile per i ragazzi riconoscere e comprendere le proprie reazioni emotive. I giovani iniziano a sperimentare diversi stati d’animo nello stesso momento, difficili da differenziare, ad esempio, l’eccitazione ma anche il nervosismo prima di una lezione di calcio o altra attività. Senza la possibilità di riconoscere le emozioni, i ragazzi rischiano di essere sopraffatti da ciò che provano, e di non riuscire ad adattarsi alle situazioni in modo efficace.

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enza la possibilità di riconoscere le emozioni, i ragazzi rischiano di essere sopraffatti da ciò che provano, e di non riuscire ad adattarsi alle situazioni in modo efficace.

La consapevolezza delle emozioni è un fattore protettivo del benessere psicologico a tutte le età. Chi si rende conto dei propri stati emotivi può attivare strategie di regolazione delle emozioni e rispondere in modo adattivo alle situazioni critiche. Tale difficoltà a gestire le situazioni emotivamente stressanti può provocare ulteriore stress, e portare a stati più gravi di ansia e depressione.

La consapevolezza delle emozioni è un fattore protettivo del benessere psicologico a tutte le età.

In ottica preventiva è importante sviluppare la consapevolezza emotiva in età evolutiva, per non farsi sopraffare dalle emozioni, ma imparare ad osservarle e ad agire attivamente nel contesto per ritrovare il benessere.

non farsi sopraffare dalle emozioni, ma imparare ad osservarle e ad agire attivamente nel contesto per ritrovare il benessere.

La prevenzione sull’educazione affettiva aiuta bambini e ragazzi a riconoscere e dotare di significato i segnali corporei delle emozioni, arricchisce il vocabolario delle emozioni così da poterle classificare, e aiuta a comprendere le cause e le conseguenze delle emozioni. Ciò favorisce lo sviluppo di strategie personali efficaci per regolare le emozioni negative e ripristinare uno stato di sicurezza.

favorisce lo sviluppo di strategie personali efficaci per regolare le emozioni negative e ripristinare uno stato di sicurezza

Fonte: “Emotional awareness: a transdiagnostic risk factor for internalizing symptoms in children and adolescents?”, Journal of Clinical Child and Adolescent Psichology, APA 2016

Journal of Clinical Child and Adolescent Psichology

 

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