Scrive Antonio (nome di fantasia): “Buongiorno, sono il papà di Davide (nome di fantasia), 10 anni, frequentante la quinta elementare. Davide presenta alcuni problemi (disturbi? Atteggiamenti normali?) che cercherò di spiegare come meglio riesco. È molto agitato, gli riesce difficile stare fermo (a leggere, fare i compiti); ha problemi di attenzione e concentrazione, sembra sempre iperattivo. Inoltre “mastica” convulsamente penne, gomme, matite; mette in bocca tutto poi (cerniere, maglie). A volte agiamo con punizioni (TV, giochi elettronici) quando viene ripreso da maestre, e/o quando non si comporta bene in casa. Caratterialmente sembrerebbe un po’ debolino, ma in diverse occasioni, scolastiche e non, dimostra una buona intelligenza, proprietà di linguaggio ecc. Potrebbe essere un problema organico (tiroide)? Come potrei aiutarlo, come genitore/educatore? Grazie”
Scrive Patrizia (nome di fantasia), 41 anni: “Vorrei chiedere alla psicologa il suo parere su un episodio avvenuto alla festa di compleanno di mia figlia, che ha 10 anni. Abbiamo invitato le sue amiche di scuola a casa per festeggiare, e al momento del dolce una sua compagna ha rifiutato la fetta di torta dicendo “no per me no, sono a dieta”. Questa frase mi ha lasciata basita, non avevo mai visto una bambina che rifiuta un dolce pensando alla linea! E si tratta di una bambina assolutamente in normopeso. Perciò ho provato a insistere dicendo che non ha bisogno di stare a dieta e che a tutti è concesso festeggiare con una fetta di torta. Ma lei ha rifiutato di nuovo.
L’ho riferito a sua madre quando è venuta a prenderla, e lei si è messa a ridere, dicendo che in famiglia sono tutti a dieta. Sul momento non ho detto nulla, ma il buonsenso mi dice che una bambina di 10 anni deve poter mangiare con tranquillità una fetta di torta a una festa. Sinceramente ho paura che possa influenzare anche mia figlia con queste paranoie, e vorrei parlarne con sua madre ma non so come. Chiedo suggerimenti alla psicologa”.
Scrive Valeria (nome di fantasia), 42 anni: “Vorrei chiedere consiglio alla psicologa riguardo una questione che sta facendo riflettere me, mio marito e altri genitori di nostra conoscenza.
Nostro figlio Stefano ha appena concluso la scuola elementare, e in vista della scuola media continua a fare richiesta di un cellulare personale. Finora lo abbiamo fatto giocare con i nostri telefonini senza però comprarne uno apposta per lui, anche se molti suoi compagni di classe portano a scuola il proprio cellulare. Ora io e mio marito sappiamo che non possiamo più aspettare, alle scuole medie pare che debbano possederne uno tutti i ragazzini. Ma sinceramente siamo un po’ timorosi di tutte le applicazioni e social per adolescenti, di cui negli ultimi tempi sentiamo parlare sempre in associazione a fenomeni di bullismo.
Inoltre Stefano vorrebbe già avere un suo profilo Facebook anche se gli abbiamo spiegato che non è possibile prima dei 13 anni. Ne ha sentito parlare molto dai compagni, qualcuno di loro ha già un proprio profilo avendo indicato un anno di nascita non reale al momento dell’iscrizione al social network.
Come genitori sappiamo bene che la generazione di Stefano vive intensamente il mondo virtuale, ma temiamo che possa incorrere in situazioni pericolose o spiacevoli. Come possiamo proteggere nostro figlio dai pericoli del mondo digitale?”
Scrive Daniele (nome di fantasia), 18 anni: “Sto vivendo l’incubo dell’esame di maturità. Incubo nel vero senso della parola, mi sono già sognato di trovarmi di fronte alla commissione e fare scena muta. Ammetto di non essere esattamente lo studente modello, i professori mi hanno sempre rimproverato di non dedicarmi abbastanza allo studio. Sinceramente non ho mai puntato a qualcosa di più della sufficienza, preferendo decisamente dedicare il mio tempo ad altro. Ora però l’ansia da maturità si fa sentire, la mole di materiale da ricordare è immensa, e non posso certo recuperare in questi giorni tutto quello che non ho fatto durante l’intero anno.
C’è qualche metodo più efficace di altri per prepararsi al meglio agli esami? Meglio se studio da solo o se mi trovo con altri compagni? E come evito di farmi prendere dal panico e fare scena muta come nel mio incubo? Grazie”.
Scrive Anna, 16 anni: “Vorrei chiedere un consiglio perché non so come gestire una situazione con i miei compagni di classe. La cosa strana è che a scuola sembra andare tutto bene. Il problema è nato da poco sul gruppo di whatsapp a cui siamo iscritti tutti. Un paio di mesi fa due mie compagne hanno iniziato a scrivere sul gruppo molte battute su un ragazzo, che è sempre stato simpatico a tutti per il suo modo autoironico di mettersi al centro dell’attenzione. Da allora tutta la mia classe ha iniziato a fare la stessa cosa, e tutte le battute, più e meno leggere, si scrivono solo sul gruppo, mentre in classe si fa finta di niente, si sorride e basta come se nulla fosse.
Sono preoccupata per questa situazione, e anche se il ragazzo in questione non si lamenta per questo atteggiamento a me sembra che si stia esagerando. Ho scritto io stessa alcune battute, ora però basta, al posto suo starei malissimo. Vorrei che tutto questo finisse, ma non so davvero cosa fare. Come devo comportarmi?”.