Oltre ad essere l’arte del movimento, la danza è un’attività capace di fare bene al corpo e all’anima al punto di essere prescritta dai medici inglesi come se fosse un farmaco. Le evidenze scientifiche sono tutte favorevoli a premiare la danza per i suoi effetti positivi sull’umore, l’immagine corporea, le relazioni, il sistema cardiocircolatorio, il peso corporeo, la plasticità neuronale… Insomma, ballare favorisce un miglioramento della salute psicofisica.
Il sistema sanitario inglese ha raccolto le osservazioni dei medici di base su chi frequentava più spesso i loro studi.
Le persone che si rivolgono a un professionista della relazione d’aiuto o della salute mentale sono mossi da motivazioni uniche e personali, ma provando a cercare i bisogni comuni, si può dire che esse si presentano come emotivamente perturbate da stimoli interni o esterni, e chiedono aiuto per recuperare uno stato di sicurezza e benessere, che nel qui e ora non riescono ad attualizzare (Sandler e Sandler, 2002).
Gli studi sull’efficacia delle psicoterapie attestano che il 70-80% dei pazienti ottengono benefici indipendentemente dall’orientamento teorico del terapeuta (Gazzillo, Genova, Lingiardi, Waldron, 2013). Tutti i trattamenti sono efficaci, ma nessuno è più efficace di altri. I fattori implicati nell’efficacia delle psicoterapie sarebbero dunque quelli aspecifici, trasversali ai diversi approcci, riconducibili alla relazione tra il paziente e il terapeuta. I fattori più indagati sono l’alleanza terapeutica e l’empatia percepita dal paziente (Gazzillo, Genova, Lingiardi, Waldron, 2013).