La consapevolezza delle emozioni è un fattore protettivo per il benessere psicologico di bambini e adolescenti. La letteratura scientifica evidenzia infatti un legame tra una scarsa consapevolezza delle emozioni e lo sviluppo di sintomi come ansia e depressione. Questo ha importanti implicazioni per i programmi di prevenzione rivolti a bambini e adolescenti sul tema delle emozioni.
Scrive Gloria (nome di fantasia): “Buongiorno. Ho una bambina di nove anni, che ho scoperto già da un paio d’anni quasi si masturba. Abbiamo affrontato il discorso insieme puntando più sul fatto dell’intimità perché precisamente non rendendosi conto lo faceva anche in piena “luce”. La cosa non si limita a questo. Da alcuni mesi controllando il tablet a lei in uso ho scoperto la ricerca di video hot, e di scene di nudo integrale. Premetto che a scuola hanno già iniziato una sorta di educazione sessuale e che la bambina sa già in gran parte come nascono i bambini. Quanto può essere normale a questa età? Come posso affrontare il discorso e spiegarle che è presto andare alla ricerca di certi stimoli? Grazie”
Scrive Beatrice (nome di fantasia): “Salve, sono la mamma di una ragazza diciassettenne, questa sera entrando in camera sua per chiudere il balcone ho visto sul suo computer ancora acceso immagini pornografiche che mi hanno lasciata sconvolta a dir poco. Con lei avevamo già parlato dell’argomento e a scuola trattano spesso con la psicologa argomenti sulla sessualità… Ma come si dice “le meraviglie capitano sempre in casa”. Scrivo così perché quello che ho visto non era un semplice film di pornografia, ma un video dove le donne vengono legate ecc… Immagini molto dure e squallide… Quindi credo che la semplice curiosità sia andata un po’ oltre… Con mia figlia ho un rapporto abbastanza conflittuale, non riusciamo a parlare senza scontrarci… diciamo che non siamo la perfetta famiglia del “mulino bianco”. Come devo comportarmi? Sono molto preoccupata… Grazie”
Scrive Patrizia (nome di fantasia), 41 anni: “Vorrei chiedere alla psicologa il suo parere su un episodio avvenuto alla festa di compleanno di mia figlia, che ha 10 anni. Abbiamo invitato le sue amiche di scuola a casa per festeggiare, e al momento del dolce una sua compagna ha rifiutato la fetta di torta dicendo “no per me no, sono a dieta”. Questa frase mi ha lasciata basita, non avevo mai visto una bambina che rifiuta un dolce pensando alla linea! E si tratta di una bambina assolutamente in normopeso. Perciò ho provato a insistere dicendo che non ha bisogno di stare a dieta e che a tutti è concesso festeggiare con una fetta di torta. Ma lei ha rifiutato di nuovo.
L’ho riferito a sua madre quando è venuta a prenderla, e lei si è messa a ridere, dicendo che in famiglia sono tutti a dieta. Sul momento non ho detto nulla, ma il buonsenso mi dice che una bambina di 10 anni deve poter mangiare con tranquillità una fetta di torta a una festa. Sinceramente ho paura che possa influenzare anche mia figlia con queste paranoie, e vorrei parlarne con sua madre ma non so come. Chiedo suggerimenti alla psicologa”.
Scrive Valeria (nome di fantasia), 42 anni: “Vorrei chiedere consiglio alla psicologa riguardo una questione che sta facendo riflettere me, mio marito e altri genitori di nostra conoscenza.
Nostro figlio Stefano ha appena concluso la scuola elementare, e in vista della scuola media continua a fare richiesta di un cellulare personale. Finora lo abbiamo fatto giocare con i nostri telefonini senza però comprarne uno apposta per lui, anche se molti suoi compagni di classe portano a scuola il proprio cellulare. Ora io e mio marito sappiamo che non possiamo più aspettare, alle scuole medie pare che debbano possederne uno tutti i ragazzini. Ma sinceramente siamo un po’ timorosi di tutte le applicazioni e social per adolescenti, di cui negli ultimi tempi sentiamo parlare sempre in associazione a fenomeni di bullismo.
Inoltre Stefano vorrebbe già avere un suo profilo Facebook anche se gli abbiamo spiegato che non è possibile prima dei 13 anni. Ne ha sentito parlare molto dai compagni, qualcuno di loro ha già un proprio profilo avendo indicato un anno di nascita non reale al momento dell’iscrizione al social network.
Come genitori sappiamo bene che la generazione di Stefano vive intensamente il mondo virtuale, ma temiamo che possa incorrere in situazioni pericolose o spiacevoli. Come possiamo proteggere nostro figlio dai pericoli del mondo digitale?”
Scrive Fabio (nome di fantasia), 47 anni: “pochi giorni fa sono entrato nella camera di mio figlio sedicenne per dirgli che la cena era in tavola. Mi sono avvicinato a lui perché con la musica a tutto volume non mi aveva notato. Appena si è accorto di me ha chiuso di colpo il suo computer e si è alzato di scatto dicendo “ci sono ci sono”. Ho solo intravisto, ma credo fosse su un sito porno. Non ne ho la certezza, perciò non mi sono sentito di digli niente.
Parlandone con mia moglie abbiamo posizioni diverse. Lei è preoccupata e immagina nostro figlio collegato tutto il tempo a siti porno, io invece sono tranquillo perché penso che a sedici anni sia normale avere questa curiosità. Cosa ne pensa la psicologa?”