gelosia, fratelli, sorelle, bambini
Teresa (nome di fantasia) di otto anni
Gabriele (nome di fantasia) di nove mesi
Teresa che è sempre più gelosa del suo fratellino
diventa ingestibile
non mi ascolta, mi racconta bugie su bugie, mi mortifica
non faccio altro che punirla

 

La situazione descritta da Barbara è comune a molte famiglie. L’arrivo di un fratellino può scatenare nei primogeniti sentimenti di gelosia, al punto da creare forti tensioni familiari e mettere in difficoltà i genitori, sia sul piano emotivo per i sensi di colpa, sia sul piano comportamentale per la gestione dei conflitti.

sentimenti di gelosia

È importante tenere presente che i bambini sono molto egocentrici, considerano i propri bisogni e cercano di catalizzare le attenzioni di tutta la famiglia. L’inevitabile perdita di centralità assoluta può essere molto dolorosa e difficile da accettare. Nei primogeniti i segnali di gelosia sono solitamente più evidenti e forse più attesi dai genitori, ma non ne sono esonerati figli unici e secondogeniti. La gelosia può esprimersi non solo nei confronti di fratellini e sorelline, ma anche verso uno dei genitori o altri parenti. Vale insomma per qualsiasi figura che possa in qualche modo minacciare l’esclusività delle attenzioni e cure amorevoli. In questo senso, la gelosia è un sentimento normale e funzionale, che avvicina alle figure amate per ricevere attenzioni quando mancano o potrebbero potenzialmente mancare. Diventa però disfunzionale quando si manifesta attraverso comportamenti aggressivi, provocatori o eccessivamente passivi.

i bambini sono molto egocentrici,
qualsiasi figura che possa in qualche modo minacciare l’esclusività delle attenzioni e cure amorevoli
la gelosia è un sentimento normale e funzionale
però disfunzionale quando si manifesta attraverso comportamenti aggressivi, provocatori o eccessivamente passivi

In questo caso, sembra che Teresa abbia modificato il suo comportamento a pochi mesi di distanza dalla nascita di Gabriele, manifestando atteggiamenti aggressivi e provocatori. La bambina non vuole che altri parenti “invadano” la casa, si lamenta di non ricevere abbastanza abbracci dalla mamma, vuole più tempo per la diade mamma-figlia, pretende l’esclusività, racconta bugie, di fronte al papà fa i capricci con la mamma… Queste sono le modalità con cui forse Teresa sta cercando di dire alla mamma qualcosa come “Ho paura, non abbandonarmi”. Certamente, per i genitori è straziante accorgersi che i figli soffrono perché non si sentono abbastanza accuditi. E’ difficile, se non impossibile, ristrutturare il nucleo familiare e stabilire nuovi equilibri senza che nessuno ne soffra. Proprio per questo il compito della famiglia è accorgersi dei segnali di sofferenza e mobilitarsi per superare i momenti di crisi.

“Ho paura, non abbandonarmi”
per i genitori è straziante accorgersi che i figli soffrono perché non si sentono abbastanza accuditi.
il compito della famiglia è accorgersi dei segnali di sofferenza e mobilitarsi per superare i momenti di crisi

Sarebbe importante avere altre informazioni per avere un quadro completo di questa situazione: come è stata comunicata e vissuta l’attesa del fratellino? Come è cambiata la quotidianità della bambina in questi nove mesi, da quando la famiglia si è allargata? Come si comportano i nonni quando entrano in casa? Esistono ancora momenti esclusivi tra mamma e figlia o c’è sempre una terza presenza?

Restando sul generale, sembra che i comportamenti della bambina siano perlopiù manifestazioni di rabbia nei confronti della mamma che non é più esclusivamente sua. Per questo, il mio primo consiglio per Barbara é quello di creare momenti tra mamma e figlia, offrendo un vero e proprio contenitore temporale entro il quale Teresa possa riconoscere uno spazio esclusivo e protetto da minacce esterne. Può essere complicato dovendo accudire un bimbo di nove mesi, ma Barbara non è sola. Può contare anche sul papà e sui nonni di Teresa, ed è più che legittimo chiedere collaborazione, soprattutto se la bambina sta manifestando l’esigenza di passare più tempo insieme.

manifestazioni di rabbia nei confronti della mamma che non é più esclusivamente sua
creare momenti tra mamma e figlia
spazio esclusivo e protetto da minacce esterne
Barbara non è sola. Può contare anche sul papà e sui nonni di Teresa
a knockout post

Ad esempio, Barbara potrebbe dire espressamente alla figlia: “dopo che avrò dato la pappa a Gabriele staremo insieme solo io e te per mezz’ora”, proponendo una delle attività preferite di Teresa, e delegando agli altri adulti della famiglia la presa in carico di eventuali esigenze del figlio più piccolo per questo breve tempo. Far sentire a Teresa la sicurezza che esiste ancora uno spazio mamma-figlia garantito e non invaso da altre persone potrebbe attenuare il suo sentimento di gelosia, anche se saranno probabili le proteste e i capricci allo scadere della mezz’ora insieme; si tratta comunque di un insegnamento educativo importante sia dell’esperienza del limite sia dell’esistenza dei bisogni altrui, che per una buona competenza sociale è bene imparare a rispettare.

“dopo che avrò dato la pappa a Gabriele staremo insieme solo io e te per mezz’ora”
insegnamento educativo importante sia dell’esperienza del limite sia dell’esistenza dei bisogni altrui

Per quanto riguarda le punizioni, è importante limitarle ai soli episodi in cui i figli attuano comportamenti molto aggressivi e violano le regole familiari dettate dai genitori (es. alzano le mani su fratelli/sorelle/genitori, dicono parolacce, rompono oggetti), mentre è preferibile evitare di sgridare e punire i bambini nel momento in cui manifestano la gelosia con modalità meno violente. Non deve infatti passare il messaggio che si stanno punendo i figli perché provano gelosia: la gelosia è un sentimento del tutto normale, difficile da gestire, pertanto è compito degli adulti aiutare i più piccoli a imparare a gestire questa emozione complessa che è importante esprimere nel modo giusto, e che se inibita continuerebbe comunque a esistere ma sarebbe più difficile da cogliere per i genitori.

punizioni, è importante limitarle
Non deve infatti passare il messaggio che si stanno punendo i figli perché provano gelosia
emozione complessa che è importante esprimere nel modo giusto

I bambini gelosi hanno paura di non ricevere più le attenzioni come prima, perciò la ricercano come possono; gli adulti possono invece armarsi di pazienza, ascoltare le richieste dei piccoli e rassicurarli (a parole e a fatti) che avranno sempre uno spazio esclusivo, anche quando la famiglia si allarga.

 

 

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