Scrive Viviana (nome di fantasia), 30 anni: “Tra pochi giorni partirò per il mare con un gruppo di amici, ma il mio entusiasmo per le ferie è frenato dal disagio per la prova costume. Non sono in forma, temo di sentirmi addosso lo sguardo di tutti, amici e non. In più so già che sfigurerò di fianco a due mie amiche che hanno un fisico perfetto anche dopo essere diventate mamme, mentre io non ho scuse. Conosco i miei pregi e difetti fisici e con gli anni ho imparato a valorizzarmi, ma il costume non lascia scampo, e temo molto il confronto con gli altri.
So che i miei pensieri negativi sono eccessivi, ma ci sono e non posso fingere il contrario. Per questo mi rimprovero, perché vorrei semplicemente godermi le meritate vacanze e stare bene con gli amici senza preoccuparmi troppo di che cosa pensano gli altri delle mie forme. Come posso liberare la mente e stare in spiaggia in compagnia senza sentirmi a disagio sotto lo sguardo degli altri?“.
Il messaggio di Viviana racconta il disagio di molti, donne e uomini, al pensiero di esporre il corpo durante l’estate in costume da bagno. L’imbarazzo è solitamente legato al pensiero di mostrare un corpo ritenuto non perfetto, non uguale a quello dei/delle sex symbols pubblicizzati dai mass media. Il timore più grande sembra quello di essere disapprovati attraverso il giudizio negativo sul proprio corpo. E’ come se lo sguardo altrui avesse il potere di far sentire la persona profondamente accettata o inadeguata a partire dalla sola apparenza.
Viviana ha questo stesso timore. Sembra che sappia come nascondere i difetti e valorizzare i pregi fisici studiando un look che la fa sentire a proprio agio. Ha però pensieri negativi immaginandosi osservata in costume, e dunque priva dei vestiti con cui ha imparato a difendere e valorizzare la sua immagine. In altre parole, Viviana si sente bene se le sue parti del corpo che vive come “difettose” sono nascoste. Mentre prova disagio se queste parti sono esposte e diventano così suscettibili al giudizio altrui, ma soprattutto al suo.
Non dimentichiamo che i media espongono in modo esasperato corpi (parti di corpi) di chi per professione si impegna in lungo lavoro ginnico ed estetico. Questi professionisti hanno dedicato alla cura del corpo le stesse ore che Viviana ha impegnato nel suo lavoro. Inoltre le fotografie sulle riviste sono ampiamente ritoccate da professionisti che distorcono proporzioni e dimensioni reali di corpi allenati, modellati e truccati. Ciò li rende ancora più lontani dalla semplicità e genuinità della vita quotidiana di chi non opera in quel settore. Certi canoni estetici sono del tutto irraggiungibili per chi ha un lavoro sedentario, non ha un personal trainer o un ritoccatore di foto.
Dedicarsi al benessere psico-fisico è fondamentale per la qualità della vita. Ma il proprio benessere non ha nulla a che fare con il grado di vicinanza al canone estetico sponsorizzato dalla moda del momento. Quando il corpo è normopeso, dal punto di vista della salute ciascuna persona è sana e dunque all’apice della sua bellezza. Se la persona impara a valorizzarsi nella sua unicità con la consapevolezza dei propri punti deboli e forti, allora ha tutto ciò che serve per sentirsi bella.
Perché allora molte persone in normopeso e coscienti di come valorizzarsi sembrano così insicure e suscettibili al giudizio altrui? Forse perché si prendono cura del corpo avendo in mente modelli diversi da se stesse. Si crea così una dissociazione tra le proprie aspirazioni e fantasie e il corpo che dovrebbe abitarle. Uno stato di benessere psico-fisico appagante può essere raggiunto solo se la persona lavora integralmente su se stessa. Recuperare la connessione tra mente e corpo favorisce uno stato di piena presenza che permette di vivere appieno ogni singolo momento senza dubitare di sé.
Può sembrare molto difficile, ma questo stato di benessere ed equilibrio può essere raggiunto dedicandosi non tanto ad attività che modificano l’apparenza del corpo, quanto ad attività che approfondiscono l’esperienza del corpo. Le discipline olistiche, le danze, le attività corporee creative permettono di andare a sostituire eventuali pensieri ed emozioni negative associati alle parti corporee “critiche” con le esperienze dirette delle sensazioni positive che possono nascere e coinvolgere quelle stesse parti. Queste attivazioni possono restituire alle parti criticate la dignità che meritano, permettendo alla persona di vivere in un corpo integralmente buono e bello.
Consiglio a Viviana di comprare qualche rivista e soffermarsi sulle foto pubblicitarie delle donne in costume, esercitandosi a vedere quanto sono ritoccate e del tutto innaturali. Inoltre su internet sono reperibili diversi video (link) in cui viene mostrato l’intero processo di “trucco”, dalla modella vera in carne e ossa a quella iper-ritoccata e fittizia che appare sulle copertine. Questo dovrebbe portare progressivamente a rinunciare ad un confronto diretto con modelli irreali e irraggiungibili, e resterà il confronto con le altre persone reali, ad esempio le amiche di Viviana che sono in forma anche dopo aver affrontato una gravidanza.
Ebbene, ciascuno di noi è diverso, non è una novità. Esistono persone fortunate predisposte ad un metabolismo eccellente, naturalmente più vicini di altri ai canoni estetici attuali, e a quel punto si può solo dire: “beate loro”. Ai propri occhi ovviamente. Perché non è detto che queste persone stiano bene con il proprio corpo anche se un osservatore esterno le giudica perfette e impeccabili.
Inoltre, al ritorno dalle vacanze, Viviana potrebbe prendere in considerazione di intraprendere un’attività che favorisca la connessione tra corpo e mente, godendosi ora le vacanze con gli amici che le vogliono bene al di là della prova costume, con la prospettiva di iniziare a lavorare presto sul proprio benessere, e dunque sul sentirsi bella.
Articolo pubblicato su AlessandriaNews.it in risposta a una domanda giunta in redazione per la rubrica “la psicologa risponde”